Il termine Qi Gong è ad oggi piuttosto diffuso in Occidente, presi come siamo dalla ricerca costante di una soluzione miracolosa a tutti i problemi legati alla nostra quotidianità, da quelli di salute dovuti alla sedentarietà o all’alimentazione, a quelli più legati allo stress.
Le pratiche di respirazione, posturali e di movimento di origine orientale sono ormai da decenni punto di arrivo per numerose persone in cerca di salute e benessere, e le palestre sono piene di corsi di Yoga, Tai Chi terapeutico ed anche Qi Gong.
Ma davvero svolgere alcuni movimenti ed esercizi di respirazione è così efficace per la propria salute fisica e mentale?
Ed è tutto qui quello che queste antiche pratiche vogliono trasmetterci?
Potrà forse sorprenderti, ma la risposta a queste domande in parte è sì: la salute del corpo/mente è strettamente legata al movimento ed all’uso del respiro, come anche la scienza medica occidentale spesso ripete.
Ovviamente però in questi insegnamenti c’è di più: non tanto dal punto di vista del “fare”, che spesso è di per sé semplice, quanto nella consapevolezza e nei risultati che quella semplicità, attraverso la pratica costante, è in grado di dare.
Il “come” ed il “perché” del Qi Gong sono infatti frutto di riflessioni e sperimentazioni antiche di secoli, trasmesse a volte in maniera più aperta, con scopi terapeutici, altre volte tramandate in modi ben più riservati, in quanto pratiche in grado di sviluppare risultati non comuni e stupefacenti.
L’elemento alla base di tutto è però sempre la pratica, l’attenzione al proprio corpo/mente ed al respiro: così come dicono i saggi taoisti, Yangsheng, nutrire la vita.
La domanda che ci poniamo è quindi questa: cos’è il Qi Gong, a cosa serve ed a cosa può arrivare?
Per rispondere, andremo ad analizzare tre aspetti:
- Il concetto di Qi, il “soffio vitale”
- Il Qi Gong terapeutico e gli esercizi per la salute
- Il Nei Gong o Nei Kung, il Qi Gong interno
Qi Gong, la “pratica del soffio”
Innanzitutto, Qi Gong o Chi Kung?
Perché questa differenza, sono pratiche diverse o la stessa cosa?
La diversa scrittura dipende da quale traslitterazione si usi per scrivere in lettere latine i termini cinesi, che sono in origine scritti in caratteri (chiamati da molti impropriamente “ideogrammi”).
La vecchia traslitterazione Wade-Giles utilizza come base per la pronuncia la lingua inglese, e per questo a noi può suonare più familiare la scrittura Chi Kung basata su di essa.
Più correttamente invece andrebbe utilizzata la traslitterazione Pinyin, di origine cinese e con regole di lettura e pronuncia proprie: da qui Qi Gong, che si pronuncia però esattamente come pronunceremmo in inglese Chi Kung.
Qi Gong e Chi Kung sono dunque la stessa cosa; cosa vogliono dire però i termini?
Il termine cinese Gong può essere tradotto con “pratica”, “lavoro su”, ed è lo stesso che troviamo nel nome Kung fu (che più correttamente andrebbe scritto Gongfu); trasmette quindi l’idea di una pratica costante, di un’attività da svolgere.
Il termine Qi 氣 possiede un’area di significati più ampia: originariamente sta ad indicare l’aria ed il vento, ma anche il cosiddetto soffio vitale ed, in maniera più ampia, l’energia.
Similmente al termine sanscrito Prana, al greco Pneuma o al più vicino a noi latino Spiritus, il termine Qi vuole indicare l’energia vitale che anima il mondo sotto forma di alito di vita, respiro, o per l’appunto soffio vitale.
Il termine è diffuso anche nella sua versione giapponese Ki, che trasmette nella lingua di origine un concetto più fortemente legato all’”intenzione”, cioè alla presenza ed all’orientamento determinato della mente.
Il suo legame con le energie della vitalità è dato anche dal senso del carattere stesso, che vuole rappresentare l’aria calda (le tre linee orizzontali) che fuoriesce dal riso cotto (l’asterisco posto sotto): il vapore che fuoriesce dal nutrimento.
Nell’arte cinese, specialmente nelle raffigurazioni Shanshui (“Monti ed acque”) il Qi viene spesso rappresentato sotto forma di nebbia, nubi di aria calda che si trovano a metà strada tra le montagne (Shan) ed i corsi d’acqua (Shui): il respiro del mondo che si manifesta tra lo Yang del Cielo e lo Yin della terra.
Nella teoria energetica della cultura cinese tutto il mondo è composto da Qi, a differenti livelli di concretizzazione o “densità”: il significato “energia” del termine va quindi inteso sia dal punto di vista biologico come “energia vitale”, sia dal punto di vista fisico come “energia che si manifesta come materia”, non troppo dissimilmente dalle intuizioni della moderna fisica occidentale.
Per quanto riguarda la Medicina Tradizionale Cinese, il Qi è definito come l’energia vitale che percorre il corpo e ne anima le funzionalità; questa energia scorre all’interno di canali detti meridiani, collegati agli organi e che viaggiano lungo tutto il corpo.
Il Qi all’interno del corpo ha sede anche nei Dantian, zone del corpo energeticamente rilevanti dove l’energia viene conservata o fatta circolare, al fine di mantenere gli equilibri tra corpo, cuore e mente.
I meridiani ed i punti sensibili degli stessi sono utilizzati dalle pratiche mediche della tradizione cinese quali:
- Agopuntura
- Tuina (“spingere e tirare”, tecnica di massaggio)
- Qi Gong
Il “lavoro sul soffio” si configura dunque come una pratica sia di cura di sé e della propria vitalità, sia utile a riconoscere l’unità di fondo che c’è tra il nostro corpo e tutta la natura che ci circonda, pervasi dallo stesso soffio vitale.
Il Qi Gong come pratica terapeutica
Se in accordo con la teoria energetica cinese tutto è Qi a differenti livelli di manifestazione, dunque potremmo dire che qualsiasi azione è Qi Gong, “lavoro sul Qi”.
Questa è la “semplice verità” a cui accennavamo all’inizio: la vita stessa dovrebbe essere Qi Gong, cura della propria energia, evitandone la dispersione e favorendo stili di vita o di pensiero che non la indeboliscano.
Riprendendo il termine taoista Yangsheng, “nutrire la vita”, potremmo dire innanzitutto che l’alimentazione in prima battuta è il nostro Qi Gong: ciò che ingeriamo si trasforma in energia per il nostro corpo, per cui fare attenzione a quel che si mangia è il primo passo per la cura di sé.
Esistono però delle pratiche che nello specifico puntano al rafforzamento dell’energia presente nel corpo, migliorandone il flusso, la qualità, e potenziando la capacità del corpo stesso di assorbirla e raffinarla.
Il Qi Gong si divide solitamente in tre tipi di attività:
- Esercizi corporei statici e dinamici
- Pratiche di respirazione
- Meditazione
Il lavoro sul corpo del Qi Gong è quello più conosciuto nel mondo, attraverso le numerose sequenze di movimenti e posizioni diffuse anche in occidente e che fanno parte della pratica di salute e benessere di molte persone.
Originariamente le pratiche corporee venivano definite in cinese Daoyin, “spingere, guidare” e “tirare”; la prima occorrenza di questo termine si trova in uno dei più antichi ed importanti testi del taoismo, il Zhuangzi.
Gli esercizi di Daoyin si configurano come movimenti lenti e controllati, attraverso i quali si “spinge” l’energia a circolare nel corpo e si “tira” lo stesso per ammorbidirlo, favorendo il flusso del Qi.
Tra gli esercizi fisici più famosi del Qi Gong abbiamo i Baduanjin, tradotto come “Otto pezze di broccato”, inteso come “otto esercizi di grande valore”, una sequenza di otto movimenti/posizioni con respirazioni annesse, diffusa in tutto il mondo in numerose forme diverse.
Oppure abbiamo lo Yijinjing, il “classico del mutamento dei tendini”, un altro tipo di sequenza di esercizi di movimenti ed allungamenti collegati al respiro.
Nella tradizione medica cinese, ogni patologia è generata da un blocco nel flusso del Qi, che genera un accumulo a monte del blocco ed una penuria a valle; immagina come un fiume dove un accumulo di detriti in un’ansa, impedendo all’acqua di scorrere agevolmente, la fa accumulare nella zona a monte causando straripamenti e la fa mancare a valle provocando siccità.
Muovere il corpo ed ammorbidirlo evitando tensioni è quindi una cura fondamentale, che contribuisce a mantenere puliti ed attivi i canali energetici e previene la formazione di blocchi.
Ogni esercizio di Qi Gong non è però mai legato ad una sola attività: mentre si svolgono i movimenti, infatti, il respiro e la mente collaborano sempre all’esercizio, in una inseparabile sinergia.
Quindi pur facendo un semplice esercizio di allungamento, attraverso il respiro e l’intenzione mentale presente a ciò che si sta facendo, si spinge l’energia a circolare nella maniera corretta.
Lo stesso risultato si ottiene attraverso la pratica di posizioni statiche, mantenute sempre con il giusto rilassamento articolare e muscolare, senza tensioni; in questo caso, respiro ed intenzione hanno un ruolo ancora maggiore nello spingere l’energia a scorrere e nello stimolare i punti sensibili del corpo.
Il lavoro sul respiro è centrale nel Qi Gong, così come il termine stesso comunica: esistono numerosi tipi di respirazioni diverse, i cui scopi possono essere vari:
- Contribuire al rilassamento del corpo
- Rilassare il sistema nervoso
- Spingere l’energia a scorrere vigorosamente all’interno dei canali
- Potenziare la capacità del corpo di raccogliere energia
- Rilassare la mente per supportare la meditazione
Anche gli esercizi di meditazione fanno parte delle pratiche del Qi Gong, andando a stimolare la parte più sottile di ciò che siamo.
La meditazione non è, come molti credono, soltanto una pratica di rilassamento mentale; rilassare la mente ed il pensiero, evitando che ci condizionino o ci trascinino nel loro flusso, aiuta a sviluppare stati particolari della coscienza che aumentano la nostra consapevolezza di ciò che siamo, ciò che ci circonda e della natura più sottile e meno percepibile del mondo.
Considerando che ogni esercizio del Qi Gong unisce corpo, respiro e mente, possiamo dire che l’obiettivo generale di tutta la pratica è la consapevolezza di se stessi e del nostro rapporto con l’universo.
Questa consapevolezza, con pratiche più profonde, interne ed intense, può portare a risultati che vanno oltre la semplice cura della salute e del benessere: è il caso delle pratiche interne, Nei Gong.
Nei Gong, il Qi Gong interno
Oltre al più diffuso Qi Gong terapeutico esistono alcune pratiche più intense, che spesso non sono note al grande pubblico.
Questo perché tali pratiche, più complesse delle consuete respirazioni ed attività del Qi Gong, vengono trasmesse unicamente attraverso insegnamenti diretti, da maestro ad allievo, e non sono documentate in letteratura.
Nei Gong, letteralmente “pratica interna”, è il termine con cui si indicano queste pratiche dall’insegnamento riservato, solitamente più complesse ed impegnative nella loro pratica delle attività legate solo alla salute quotidiana, che con il tempo possono generare risultati piuttosto notevoli in chi le pratica.
Nella cultura cinese sono state tradizionalmente trasmesse solo all’interno della Nei Jia, la “famiglia interna” delle scuole, cioè ad allievi selezionati personalmente dai maestri perché ritenuti meritevoli di custodire tale insegnamento.
L’insegnamento del Nei Gong non punta infatti alla sola cura della salute dell’individuo, ma alla sua trasformazione attraverso l’aumento dell’energia a propria disposizione ed al raffinamento della sua qualità.
Sempre incentrante su esercizi corporei, di respirazione e meditazione, sebbene molto più intensi della pratica per la salute, fanno parte del concetto taoista di Nei Dan, “alchimia interna”.
Uno degli obiettivi del taoismo è ottenere una vita lunga ed in salute; attraverso la raccolta delle energie presenti nella natura, il saggio taoista punta a trasformare via via la propria essenza, raffinandola sempre di più, fino a renderla il più simile possibile alle energie di cui è composto l’universo, nel loro stato incorruttibile.
La trasformazione delle energie avviene in seguito alla raccolta di più energia di quanta sia necessaria alla vita di tutti i giorni; attraverso la conservazione e la trasformazione di questo surplus energetico, si va a mutare l’essenza del proprio corpo/mente ed a sviluppare una consapevolezza diversa e legata alle nuove sensazioni che il corpo stesso è in grado di dare.
L’obiettivo fondamentale delle pratiche interne resta però la consapevolezza: questa trasformazione e l’accumulo di energia necessario non sono fini a sé stessi, bensì sono finalizzati ad una espansione della propria capacità percettiva e di comprensione del mondo.
Il lavoro di aumento, circolazione e trasformazione delle energie coinvolge tutti i Dantian, puntando a creare un equilibrio interno nell’individuo; attraverso il radicamento delle energie nel corpo e lo sviluppo di stati meditativi profondi in connessione con le energie sottili, si va a generare nel proprio cuore quella unione di Cielo e Terra descritta dai taoisti, una consapevolezza tutta nuova e difficilmente descrivibile con le parole.
Le pratiche interne del Nei Gong quindi, partendo dallo stesso obiettivo di salute del Qi Gong più diffuso, potenziano l’esperienza vitale dell’individuo in tutti i suoi aspetti, aiutandolo nella trasformazione di sé e nella crescita personale.
Conclusioni – I molti aspetti del Qi Gong
Partendo dal concetto di Qi, abbiamo esplorato tutti gli aspetti delle pratiche energetiche di origine cinese, andando a descriverne le applicazioni più diffuse e terapeutiche, i presupposti teorici da cui partono, e le pratiche più profonde i cui obiettivi vanno oltre la cura della salute quotidiana.
Il Qi Gong è un mondo da scoprire attraverso la pratica, ed il punto di partenza sta sempre nell’attività del corpo: stimolarlo attraverso il movimento e con una corretta respirazione ne migliora la salute e le prestazioni, ed è proprio questo benessere il primo passo verso una crescita individuale consapevole.
Che sia attraverso esercizi ginnici semplici e respirazioni addominali rilassate, o attraverso pratiche meditative profonde e respirazioni complesse, il Qi Gong si rivelerà sempre uno strumento utile e potente per trasformare la tua quotidianità.
L’importante è sempre la pratica, ed ora che ne conosci il senso ti sarà più semplice individuare l’esercizio o il percorso che fanno per te!
Per cui sappi prenderti cura di te attraverso il “lavoro sul soffio vitale”, e se non lo hai ancora fatto comincia anche tu a muovere i primi passi nel nutrire la tua vita.